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sabato 8 luglio 2017

Nessun ragazzo è ammesso: la mamma dei serpenti può generare senza maschi


Un serpente di acqua femmina del Missouri può fare qualcosa che nessuna donna può (non importa quanto fortemente lo possa desiderare): può avere dei figli senza l'aiuto di un maschio.

Nel 2015 un serpente d'acqua ospitato dal Missouri Department of Conservation's (MDC) Cape Girardeau Conservation Nature Center ha dato alla luce una nidiata di serpentelli anche se non aveva avuto rapporti con nessun serpente maschio da almeno otto anni.

Era il secondo anno che questo esemplare dava luogo ad una cosiddetta "nascita vergine", ma le nascite verginali seppur notevoli non sono così miracolose come potrebbero sembrare. I serpenti d'acqua sono una delle molte specie di rettili che possono riprodursi attraverso un processo noto come partenogenesi, ha dichiarato l'erpetologo MDC Jeff Briggler.

Questo strano metodo di riproduzione funziona diversamente a seconda delle specie, è quanto precisa il prof. Briggler, che ha spiegato che, in generale, la partenogenesi è un tipo di riproduzione asessuale "in cui i figli (neonati) sono prodotti da femmine senza il contributo genetico di un maschio".

Numerose specie di serpenti sono noti per riprodursi in questo modo, tra cui i serpenti a sonagli, i testa di rame, i mocassini d'acqua, i pitoni birmani, i boa, l'anaconda verde e il crotalo. La partenogenesi è anche comune nel mondo degli insetti: le api, le vespe e gli insetti stecco si riproducono occasionalmente in questo modo. E alcune specie di pesci, anfibi e uccelli sono anch'essi capaci di far nascere dei piccoli attraverso la partenogenesi (Spiacenti, i mammiferi non possono farlo).

Perché tante femmine animali ricorrono a questo tipo di riproduzione senza ricorrere all'accoppiamento? La ragione è piuttosto evidente: non riescono a trovare un maschio adatto con il quale riprodursi, secondo Warren Booth, un genetista evolutivo e della popolazione presso la North Carolina State University di Raleigh.

Booth e il suo collega Gordon Schuett, biologo evolutivo e erpetologo presso la Georgia State University di Atlanta, hanno studiato la partenogenesi nei serpenti per molti anni e hanno scoperto che i serpenti femmina possono ricorrere alla riproduzione asessuale come modo per tutelare la loro fornitura finita di uova. In altre parole, se non trovano qualcuno adatto a fecondare le loro uova, i serpenti femmina prendono la situazione nelle proprie "mani", piuttosto che permettere alle loro uova di andare sprecate, ha detto Booth a Live Science nel 2011.

In che modo esattamente i serpenti femmina fecondano le proprie uova? Ciò sembra dipendere dalla situazione. In alcuni casi le femmine possono effettivamente conservare lo sperma dai maschi con cui si sono accoppiate prima di raggiungere la maturità sessuale. Poi, quando sono abbastanza mature da riprodursi, usano questo sperma per fecondare le proprie uova, secondo Booth e Schuett.

Ma utilizzare vecchi spermatozoi per fare un cucciolo non è la stessa cosa della partenogenesi, in cui non viene utilizzato alcun materiale genetico paterno. Per questo processo asessuale, i serpenti femmina effettuano la meiosi, ossia la normale divisione delle cellule che di solito si traduce nella formazione di quattro cellule progenitrici, una delle quali diventerà l'uovo.

Normalmente, il corpo femminile riassorbe le altre tre cellule progenitrici, ma nella partenogenesi, una di quelle cellule femminili si comporta come lo sperma, fertilizzando l'uovo. Il risultato è un embrione che contiene solo materiale genetico della madre.

Non è ancora chiaro come il serpente d'acqua al MDC si sia riprodotto senza aiuto da parte di nessun maschio. Potrebbe essere possibile che lei abbia conservato lo sperma per otto anni, usandolo per fecondare le proprie uova, ma se è così, avrebbe raggiunto comunque un nuovo record. Il serpente conosciuto che ha conservato lo sperma più a lungo finora lo ha tenuto per cinque anni, secondo Booth e Schuett.

L'MDC sta collaborando con Booth per cercare di scoprire come la mamma serpente si sia riprodotta. I genetisti analizzeranno il DNA dei serpentelli, che non sono sopravvissuti, per determinare se posseggono il DNA sia da un serpente maschio che dalla femmina, o se il serpente femmina ha fatto tutto il lavoro da sola.

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