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venerdì 7 luglio 2017

Il microbioma delle tempeste di sabbia


Israele è soggetto a tempeste di sabbia e polvere provenienti da diverse direzioni: a nord-est dal Sahara, a nordovest dall'Arabia Saudita e a sud-ovest dalle regioni desertiche della Siria. La polvere portata da queste tempeste influisce sulla salute delle persone e degli ecosistemi. Una nuova ricerca svolta presso il Weizmann Institute of Science suggerisce che parte dell'effetto potrebbe non essere causa delle particelle di polvere ma piuttosto dei batteri che si aggrappano ad esse, percorrendo molti chilometri usando le tempeste.

Alcuni di questi batteri potrebbero essere patogeni - dannosi per noi o per l'ambiente - e alcuni di loro portano anche geni per la resistenza agli antibiotici. Altri possono indurre funzioni di ecosistema come la fissazione dell'azoto. Il Prof. Yinon Rudich e il suo gruppo di ricerca, tra cui il dottor Daniela Gat e il dott. Yinon Mazar dello Weizmann's Earth and Planetary Sciences Department, hanno studiato la genetica dei batteri presenti nel vento e che arrivano insieme alla polvere.

"In sostanza, abbiamo studiato il microbioma della polvere trasportata dal vento", dice Rudich. "Il microbioma di una tempesta di polvere originaria del Sahara è diverso da quello che soffia dai deserti sauditi o siriani e possiamo vederne la differenza nella composizione della popolazione batterica e dalle condizioni ambientali esistenti in ciascuna zona".

I ricercatori hanno scoperto che durante una tempesta di polvere la concentrazione di batteri e il numero di specie batteriche presenti nell'atmosfera aumentano notevolmente, così le persone che camminano all'aperto in queste tempeste sono esposte a molti più batteri del solito.

Rudich e il suo team hanno poi esplorato i geni in questi batteri, controllando la loro resistenza agli antibiotici - una minaccia che può sorgere a causa dell'elevato utilizzo di antibiotici, ma che può generarsi anche naturalmente, specialmente nei batteri del suolo. La resistenza agli antibiotici è stata definita dall'Organizzazione mondiale della sanità come una delle principali sfide globali per la salute del ventunesimo secolo e il suo principale motivo è l'uso eccessivo di antibiotici. Ma i batteri possono scambiarsi i geni per la resistenza agli antibiotici, per cui ogni fonte di resistenza è preoccupante. Quanti diversi geni per la resistenza agli antibiotici arrivano in Israele dalle varie tempeste di polvere e quanto sono prevalenti questi geni?

Rudich afferma che lo studio ha permesso ai ricercatori di identificare una "firma" per ogni fonte di batteri basata sulla prevalenza di geni resistenti agli antibiotici, che hanno rivelato se i geni erano locali o importati da deserti lontani. "Abbiamo scoperto che quando si verifica una maggiore 'mescolanza' tra la polvere locale e quella che viene da lontano, diventa minore il contributo dei geni resistenti agli antibiotici importati". In altre parole, la resistenza agli antibiotici proveniente dall'Africa o dall'Arabia Saudita è una minaccia molto minore rispetto a quella causata e diffusa dall'attività umana, in particolare nella zootecnia. Hanno partecipato a questa ricerca anche il dottor Eddie Cytryn del Volcani Center e il Prof. Yigal Erel della Hebrew University di Gerusalemme.

L'aria della città non è destinata a migliorare
L'inquinamento atmosferico urbano è attribuito in gran parte alle emissioni dei mezzi di trasporto. Il Prof. Rudich e lo scienziato Dr. Michal Pardo-Levin si sono chiesti come queste fonti contribuiscano all'inquinamento atmosferico. I loro risultati mostrano che l'inquinamento non deriva dalla combustione che avviene nei motori dei mezzi di trasporto, ma piuttosto viene rilasciato dall'attrito degli pneumatici dei veicoli sulla strada e dai sistemi di frenatura e può portare a gravi effetti sulla salute quando inalato. Ciò significa che anche se riusciamo a ridurre significativamente le emissioni che fuoriescono dai tubi di scarico dei nostri mezzi, l'aria della città sarà ancora sempre inquinata, in larga misura, da queste altre sostanze. E poiché l'attrito di pneumatici e freni sono necessari per guidare, ridurre le loro emissioni potrebbe essere molto più difficile.

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